Dopo la laurea in psicologia all’Università degli Studi di Padova, nel 1997, mi sono interessato a tecniche corporee di rilassamento e di gruppo. Nel 2005 mi sono diplomato come psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico presso l’Istituto di Analisi Immaginativa di Cremona dove, dal 2005 al 2010, ho collaborato come docente.
Le mie prime esperienze lavorative, dal 1998, sono maturate in ambito educativo presso strutture per adolescenti provenienti da famiglie multiproblematiche. Successivamente ho operato come consulente presso Servizi di Tutela dei minori e delle famiglie e Affido Familiare della cintura Milanese. Da queste esperienze si è sviluppato l’interesse per l’età evolutiva e l’adolescenza che sono diventati oggetto dell’attività clinica in particolare, dal 2009 presso il Reparto di Riabilitazione dell’Età Evolutiva dell’Istituto Golgi di Abbiategrasso.
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Le numerose esperienze coi minori mi hanno insegnato, tra l’altro, che quando si ha a che fare con l’adulto, nella stanza di terapia e analisi, si ha a che fare nel contempo col bambino e l’adolescente che è stato e continua in parte ad essere e anche con questi aspetti di sé è necessario dialogare e capirsi. Nel dialogo tra terapeuta e paziente il tempo interno, inconscio, richiama nel presente la possibilità di comprendere e costruire ciò che siamo stati e ciò che potremo essere.
Esercito l’attività privata ad Abbiategrasso e Milano unendo all’attività di psicoterapeuta con adolescenti e adulti l’attività di supervisione a équipe educative e multidisciplinari che operano in Servizi Terapeutici per adolescenti. Le mie aree d’intervento principali sono i disturbi affettivi e di relazione. Citando A. Ferro (2007): Una delle maggiori difficoltà della nostra specie è quella di riuscire a vivere le emozioni […] Le emozioni sono qualcosa che per essere vissuto necessita di un lavorio a monte che presuppone l’integrità di alcuni apparati che le rendano assimilabili, gestibili, contenibili.
L’obiettivo del mio intervento consiste nell’aiutare i pazienti a vivere le loro emozioni che, nel disagio, sono percepite in modo traumatico o disturbante. Il destreggiarsi in questo sentire è un lungo e delicato lavoro che necessita di un altro che possa essere sentito come significativo:il compito del terapeuta, per la mia esperienza, è quello aiutare la persona in questi tentativi di aggiustamento e contenimento, difesa e nutrimento, dove per cibo della mente si intendono quelle emozioni che debbono essere pensate per poter essere integrate al proprio interno e nella propria rappresentazione di sé perché sia possibile fare esperienza in modo vitale e originale.
RECAPITI:
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