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CHE FINE FANNO I BULLI E IL BULLISMO? – Prima parte: di Stefano Salvadeo

CHE FINE FANNO I BULLI E IL BULLISMO? – Prima parte
di Stefano Salvadeo

Il tema del bullismo è purtroppo sempre più presente sui giornali, nei fatti di cronaca come nelle istituzioni pubbliche e private. Si organizzano giornate, si chiamano esperti e facendo una veloce ricerca sul web compaiono un insieme di notizie e definizioni. È un tema che infatti è stato studiato, analizzato, riconosciuto e approfondito in tutte le sue declinazioni. Sono state studiate anche una serie di contromisure e di interventi giuridici, psicologici e sociali.

In questo breve scritto non voglio dare definizioni e men che meno trovare soluzioni o passare in rassegna le varie validissime teorie presenti in letteratura.

Per questo rimandiamo ai testi o ai seminari tenuti da qualsiasi centro, associazione, agenzia educativa che si sono spesi negli anni a definire diagnosi e linee guida di intervento.

Bulli per sempre?
Vorremmo qui prendere il fenomeno da un punto di vista diverso, e perché no magari giocarci insieme, per sviluppare anche un dibattito partendo dalla constatazione che sono tutti più o meno concordi sul fatto che il bullismo sia un fenomeno che si diffonde soprattutto a scuola e nello specifico durante le scuole medie o il liceo. Ci siamo quindi chiesti: ma che fine fanno i bulli? E il bullismo?

Il bullo è quel ragazzo/ragazza che, assieme ad un gruppo di seguaci, dirige il proprio interesse nel prendere di mira qualcuno a scuola (liceo o scuola d’infanzia che sia).

In quel caso la vittima viene scelta in quanto il bullo la identifica come la rappresentazione del “diverso” da tutti i punti di vista per i quali una persona può essere vista come “difforme”. Gli esempi possono aiutarci: una persona economicamente o culturalmente disagiata rispetto a una più fortunata o di una diversa cultura.

Il bullismo come il covid è fortemente contagioso e qualsiasi vaccino, anche quello culturale e o didattico, non rende nessuno immune. Mi spiego meglio: il bullismo non risparmia il liceo del centro città, l’oratorio, il campo sportivo o qualsiasi luogo di aggregazione.

Insomma, mantenendo una sorta di immaginario collettivo possiamo pensare il bullo come un ragazzo/a che, insieme a un gruppo di seguaci, attacca fisicamente o psicologicamente una persona più debole, più piccola o considerata “diversa”.

Quindi che fine fanno i bulli e il bullismo? Cioè il ragazzo/a che ci ha tormentato dove va a finire in età adulta? Svanisce magicamente? A quale sviluppo va incontro? Si redime?

Mi sono venuti in mente alcuni stimoli di riflessione cinematografici uno, nello specifico, è un film molto vecchio ma abbastanza famoso: ritorno al futuro con Micheal J. Fox.

Il giovane Marty McFly è tormentato da un bullo Biff Tannen ragazzotto molto prepotente che insieme a suoi compari tormenta il piccolo, esile ed educato Marty. Nel terzo film della trilogia, il bullo Biff Tannen diventa, in un improbabile futuro, il domestico, timido, servizievole e quasi impaurito della famiglia McFly.
(Se qualcuno volesse guardare qualcosa di più recente a tal proposito consiglierei la serie “Wednesday”, geniale rivisitazione di Tim Burton della serie-tv anni ‘90 “La Famiglia Addams”; a chi piacesse più leggere consiglio, Little Boy Blue di E. Bunker)

Quindi nel caso di Biff Tannen il bullo si perde e quasi si capovolge la situazione. È così? Basta finire il liceo o il college e tutto passa? No purtroppo credo onestamente che il bullismo non sia scuola-specifico e che invece sia un fenomeno molto tipico e costante dei gruppi sociali dove si sviluppano delle differenze o dove qualcuno per ragioni contrattuali o gerarchiche sia in una posizione di forza rispetto a qualcun altro.

[Continua]