Psicoanalisi per tutti
Parole e concetti comprensibili per i non addetti ai lavori
Sandro Panizza
Roma, Alpes – 2019
QUARTA DI COPERTINA
Questo libro parla di psicoanalisi ai non addetti ai lavori, in modo chiaro, senza banalizzare un metodo terapeutico complesso aggiornatosi di continuo. Utilizza un linguaggio semplice che rende comprensibili i termini della psicoanalisi; racconta di un’analisi immaginaria, frutto di diverse esperienze giustapposte, che fa da guida passo dopo passo e conduce il lettore dentro la stanza d’analisi, per mostrare cosa succede tra paziente e terapeuta: una relazione speciale che ha molto da dire e da dare all’uomo d’oggi.
Come nel racconto orientale del saggio che dialoga sotto il tavolo col principe delirante che si credeva un pollo, la psicoanalisi contemporanea scende ‘sotto il tavolo’ col paziente e insieme a lui studia i modi più adatti per rendere di nuovo la vita degna di essere vissuta.
Il cuore della psicoanalisi risiede nella possibilità di una collaborazione speciale tra medico e paziente, spesso inconscia: una collaborazione unica e diversa per ogni coppia al lavoro che rende possibile affrontare i momenti più difficili. Il cuore del libro e della terapia è la comprensione reciproca dei linguaggi del paziente e dell’analista, del lettore e dell’autore.
Sandro Panizza Psichiatra Psicoanalista ordinario SPI con funzioni di training, Ex segretario scientifico del Centro Milanese di Psicoanalisi, Ex vicedirettore della Rivista di Psicoanalisi. Ha scritto diversi libri di Psicoanalisi e psichiatria sociale; tra gli ultimi: Il divano dei cambiamenti, Antigone, Torino, 2012; Dalla psicoterapia alla Psicoanalisi: un ponte verso l’avvenire, Angeli, Milano, 2014; L’interpretazione nella Psicoanalisi contemporanea: l’efficacia, Angeli, Milano, 2016.
Lavora privatamente come psicoanalista tra Brescia e Milano.
CITAZIONI
“L’idea di raccontare la psicoanalisi come un romanzo, toccando temi profondi, e non trascurando i passi difficili, nasce da una convinzione radicata. Sono persuaso che uno dei motivi della crisi della psicoanalisi nella società contemporanea, e della diffidenza che genera, sia dovuto al suo “ermetismo”: difficoltà intrinseche a stare al passo col sociale, problemi esterni di una società vorticosamente in trasformazione; ma soprattutto un linguaggio ermetico. Raramente nel tempo ha saputo scendere dal piedistallo e andare verso la gente con strumenti linguistici adatti a farsi capire” (p.1).
“Per la psicoanalisi contemporanea la mente dell’individuo è sociale, costruita sin dalla prima infanzia nella relazione con l’altro: il patrimonio ereditario viene modulato nella sua espressione temperamentale e caratteriale dalla qualità della relazione con i genitori e le altre figure affettive ed educative importanti. La mente del bambino si costruisce nell’incontro con gli altri. Così per il paziente. […] Lo stesso avviene nei contesti dell’analisi contemporanea” (p.13).
“La progressiva familiarità che prende piede nella stanza d’analisi, quasi impercettibilmente si personalizza nella figura dell’analista, con cui si istaura una particolare vicinanza. Un tempo era luogo comune pensare che una tappa obbligatoria dell’analisi, era che il paziente o la paziente si innamorasse dell’analista. […]
La qualità dell’interessamento del paziente è piuttosto complessa e onnicomprensiva: mira innanzitutto all’affettività, all’accoglimento, al riconoscimento, alla stima, all’affetto, alla comprensione, all’aiuto, alla specialità di quel rapporto. Talora, raramente, si colora di vicenda sentimentale” (p.20).
(controtransfert) “Cosa significa questa parola astrusa? Dipinge quel che prova l’analista in relazione al paziente […]
Questa chiave di lettura nella relazione analitica ha le sue origini in ciò che succede tra la madre sana e il suo baby. Nei primi tempi di vita la madre mette a disposizione del baby l’intero suo sentire emotivo, per comprendere il senso dei suoi vagiti, dei gesti, e offrire le risposte opportune. Distingue il messaggio di fame, sonno, rabbia e altri segnali. Coerentemente interviene nell’esprimere il gesto adatto, dire la parola giusta, assumere l’atteggiamento che si incastona con la richiesta del baby” (p.27).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]