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Attacco di panico

di Silvia Lepore

Attacco di panico: forte angoscia unita a sintomi neurovegetativi e psicosensoriali

L’attacco di panico è un episodio di intensa angoscia accompagnato da una complessa e allarmante sintomatologia neurovegetativa e psicosensoriale che compare improvvisamente e raggiunge il suo picco in pochi minuti. Sensazione di soffocamento, tachicardia, sudorazione, tremori, dolore al petto, senso di vertigine o svenimento, coliche addominali e diarrea, parestesie, sensazione di irrealtà o di essere distaccati da se stessi si accompagnano a vissuti di intenso timore di morire o di perdere il controllo di sé e impazzire. Di notte può manifestarsi con un improvviso risveglio dal sonno in stato di profonda angoscia accompagnato dagli stessi sintomi.

Una volta manifestatosi l’attacco di panico facilmente si ripete e diventa ricorrente inducendo a una forma secondaria di ansia anticipatoria rispetto ad un possibile attacco successivo. Spesso non costituisce una patologia a sé ma compare all’interno di molti altri disturbi mentali, più o meno gravi.

Un problema trasversale presente a tutte le età

Attraversa tutte le età: la prima volta si manifesta più frequentemente tra i giovani adulti e gli adolescenti ma può verificarsi anche in età infantile. L’esordio può coincidere con esperienze di vita e di cambiamento, forti sollecitazioni e aspettative provenienti dal mondo esterno a cui l’individuo non riesce a far fronte con le proprie risorse psichiche; crisi identitarie, adolescenziali, di mezza età, separazioni familiari, abbandoni, momenti che possono mettere in crisi l’immagine di sé.

Il fatto che l’attacco di panico spesso compaia senza apparenti motivazioni ambientali o psichiche fa sì che alla psicoanalisi si preferiscano cure farmacologiche e psicoterapeutiche orientate in tempi relativamente brevi alla remissione del sintomo piuttosto che alla comprensione del suo significato. Si trascura così la complessa fenomenologia clinica in cui si inserisce che richiede invece un’attenta valutazione all’interno dell’esperienza di vita e della storia individuale.

L’impotenza del disagio psichico

La psicoanalisi a partire da Freud si è sempre occupata di attribuire un significato al sintomo proprio dove sembra non averne: anche l’attacco di panico testimonia l’impotenza di fronte a un disagio psichico che non può essere elaborato emotivamente e che si esprime a livello psicosomatico. Nell’attacco di panico viene interrotta la necessaria connessione mente corpo; allora l’elaborazione psicoanalitica dei vissuti di angoscia di morte può aiutare a ristabilire il legame perduto e a consentire, oltre alla remissione del sintomo, la crescita mentale del paziente.

di Silvia Lepore

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