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Il fatto scelto

TI RACCONTO LA STORIA: INTERVISTA A LUCIANA NISSIM di Marta Pezzati (prima parte)

TI RACCONTO LA STORIA: INTERVISTA A LUCIANA NISSIM (prima parte)
di Marta Pezzati

“E poi credere nella vita, anche quando le cose vanno peggio, e sembra che tutto sia distrutto. Pensare che invece in qualche parte c’è qualche fiore che nasce, che riprenderà la vita.”

Luciana Nissim Momigliano

Shoah Foundation Institute

Lavorando ad un volume che raccoglierà il materiale più significativo che il Centro Milanese di Psicoanalisi ha prodotto in occasione delle Giornate della Memoria organizzate in collaborazione con la Casa della Cultura, dal 2006 ad oggi, mi sono imbattuta in una toccante intervista che è stata presentata nel 2012 da Michela Procaccia, allora responsabile dell’Archivio Italiano di USC Shoah Foundation Institute e soprintendente archivistico per il Piemonte e la Valle d’Aosta.

Esiste un sito on line www.shoah.acs.beniculturali.it che contiene la collezione delle interviste in italiano dello USC Shoah Foundation The Institute for Visual History and Education, conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato in Roma.

Sono stati intervistati molti testimoni della persecuzione nazifascista contro gli ebrei, gli omosessuali, i sinti e rom e le vittime di esperimenti eugenetici (a partire dal 1933 e fino al termine della seconda guerra mondiale).

Si trovano le testimonianze di sopravvissuti ai campi di concentramento e di sterminio (come nel caso dell’intervista cui faccio riferimento), di chi si è salvato all’arresto fuggendo o nascondendosi e le voci di chi invece li ha aiutati e ha portato loro soccorso, di chi ha partecipato alla Resistenza e di chi a diverso titolo, ha partecipato a processi per crimini di guerra.

L’intervista a cui faccio riferimento e che si trova tra tutte queste raccolte dall’USC, è quella che Vanessa Rosen ha fatto a Luciana Nissim Momigliano il 3 luglio del 1998, oltre due ore di registrazione video in cui si ripercorrono molti episodi della sua vita.

Poiché in questi mesi la Redazione del sito del CMP sta proponendo diverse interviste ai nostri Maestri nel corso delle quali sono invitati a condividere il racconto della strada che hanno percorso verso il loro diventare psicoanalisti, mi è sembrato che potesse essere importante, presentare in merito, anche alcuni brani tratti da questo incredibile materiale.

Riportare alla luce e pubblicare alcuni delicati passaggi in cui viene proprio chiesto alla Nissim di parlare del rapporto tra la sua storia personale e le sue scelte di vita, di raccontare dei suoi sogni, di parlare del suo pensiero su Dio e sulle generazioni future, è occasione non solo per riflettere sulle tragiche vicende legate alla Shoah, ma anche per porgere un personale tributo ad una Maestra a cui dobbiamo così tanto.

Riporto qui di seguito un’anteprima dei brani che ho estrapolato dall’intervista e che saranno presenti nel prossimo articolo.

Intervistatrice: Il fatto che dopo la guerra era diventata una pediatra e oggi fa la psicoanalista è legato al suo passato?

Luciana Nissim: La pediatra sì, sicuramente, io volevo curare i bambini che erano stati uccisi, ecco. Volendo curare i bambini ed essendo incinta, mi sono accorta che non potevi curare il fisico dei bambini, se non capivi anche qualcosa dei loro affetti e sentimenti.

Ed è qui che ho cominciato a pensare che la psicologia infantile doveva essere importante.

E allora a Ivrea ho cominciato a cercar libri e qualcosa scritto dagli americani. Poi sono andata a fare degli stage in Svizzera.

E poi appena ho avuto la possibilità, cioè quando sono venuta a Milano ho detto: “ma io bisogna che studi psichiatria e psicologia, perché questa cosa qui è troppo importante, non puoi solo curare il fisico delle persone”.

E allora in qualche modo si, è collegato, sì è collegato.

[…continua…]